"Se tu ti vanti di portare il nome di Giudeo e ti riposi sicuro sulla legge, e ti glori di Dio, del quale conosci la volontà e, istruito come sei dalla legge, sai discernere ciò che è meglio e sei convinto di essere guida dei ciechi, luce di coloro che sono nelle tenebre, educatore degli ignoranti, maestro dei semplici, perché possiedi nella legge l'espressione della sapienza e della verità... Ebbene come mai tu, che insegni agli altri, non insegni a te stesso? Tu che predichi di non rubare, rubi? Tu che proibisci l'adulterio sei adultero? Tu che detesti gli idoli ne derubi i templi? Tu che ti glori della legge offendi Dio trasgredendo la legge? Infatti il nome di Dio è bestemmiato per causa vostra tra i pagani, come sta scritto". (Prima lettera ai Romani 2,17 - 24)
Questo passo della lettera ai Romani mi ha fatto riflettere veramente molto sul fatto che molti si dicono cristiani, ma quanti si comportano da cristiani? Ho letto alcuni articoli di atei che dicono:" Io non riesco a credere nel cristianesimo perché non riesco a vedere nei cristiani l'insegnamento di Gesù."
E questo mi ha fatto molto male, perché il cristiano è chiamato a portare la Luce che deve illuminare il mondo e a dare testimonianza della sua fede in ogni sua azione in modo che in ogni più piccola cosa ognuno possa vedere Gesù nel suo cristiano, in colui che, dal giorno del suo Battesimo, ha deciso di essere Figlio di Dio, cristiano e parte della Chiesa.
Voi cosa ne pensate?
Il cristiano esamini se possiede la carità e allora dica: Io sono nato da Dio. Se non la possiede, egli porta soltanto il carattere di cristiano, ma è un disertore che scappa.
Così diceva S. Agostino...
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