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Forum Mercede.it _ Vita della Chiesa _ Solidarietà al Papa

Inviato da: Vanda il Mar 27 2009, 03:44 PM

Il recente viaggio in Africa del Santo Padre ha scatenato un'ondata di polemiche e insulti da parte dei media, per cui credo sia doveroso da parte di noi cristiani esprimere in favore del Pontefice e del Suo messaggio la nostra solidarietà e condivisione.

Anche i Vescovi del Camerun, nel definire "molto grave" l'atteggiamento di alcuni mass media, hanno denunciato che la polemica sui preservativi ha oscurato il dramma di tanti africani che muoiono a causa di malattie, povertà e guerre fratricide.
Nè si sono ricordati gli sforzi straordinari della Chiesa africana per debellare l'Aids.
Se i media occidentali non hanno capito la portata del viaggio di Benedetto XVI in Africa, lo hanno invece compreso bene i camerunensi, che hanno accolto il Papa con gioia ed entusiasmo.
I fedeli africani sanno che il Santo Padre "mette l'uomo al centro delle Sue preoccupazioni e richiama l'insegnamento di Cristo".

Anche il Padre Generale Giovannino Tolu, in una lettera letta a radio Bonaria, ha rivolto un accorato invito a pregare per il Santo Padre per sostenere il Suo viaggio apostolico. Ogni volta che il Papa parla annunciando la parola di Dio solleva un gran polverone. Buon segno, sostiene il P.Giovannino, significa che la sua parola fa centro, va contro corrente, scuote le coscienze. La stampa se la prende duramente contro il Papa, che dice solo parole vere per i cristiani che cercano la verità in un mondo immerso nelle tenebre.

Altrettanto accorato l'intervento di Mons. Piergiuliano Tiddia nella Omelia a Bonaria in occasione della Solennità dell'Annunciazione.
Le Sue parole hanno destato l'attenzione e l'approvazione di tanti fedeli presenti alla S.Messa.

Anche noi, nel nostro piccolo, siamo chiamati a fare la nostra parte, prima di tutto con la preghiera, ma anche esprimendo al Papa la nostra solidarietà e la vicinanza, anche attraverso questo strumento di comunicazione che è il forum.

Grazie a tutti per l'attenzione.

Inviato da: Vanda il Dec 28 2009, 05:10 PM

Sento di dover esprimere ancora una volta un messaggio di solidarietà al Santo Padre per l'episodio di aggressione nei Suoi confronti accaduto durante la Processione d'ingresso alla S.Messa di mezzanotte del giorno 24 dicembre 2009. In modo particolare, rivolgo un augurio di pronta guarigione al Card. Etchegaray, coinvolto in maniera ben più grave.

Inviato da: Vanda il Mar 27 2010, 07:47 AM

CONTRO GLI IGNOBILI ATTACCHI AL SANTO PADRE ESPRIMIAMO LA NOSTRA SOLIDARIETA'

“La Chiesa uscirà più splendente che mai da questa guerra”

Queste le parole di Padre Raniero Cantalamessa in riferimento alla campagna diffamatoria da parte della stampa contro il Santo Padre, mirante a gettare ombre sul suo passato e a screditarne l'impegno nel contrastare gli abusi sessuali compiuti da sacerdoti e religiosi.

Le ha pronunciate in occasione della terza predica quaresimale alla presenza di Papa Benedetto XVI.

Padre Cantalamessa ha anche affermato: “Cristo soffre più di noi per l'umiliazione dei suoi sacerdoti e l'afflizione della sua Chiesa; se la permette, è perché conosce il bene che da essa può scaturire, in vista di una maggiore purezza della sua Chiesa”.

E inoltre: “l'accanimento dei media - lo vediamo anche in altri casi - a lungo andare ottiene l'effetto contrario a quello da essi desiderato”.

Nella sua ultima predica di Quaresima, ispirata dalle sette Lettere alle comunità cristiane contenute nel Libro dell’Apocalisse, Padre Cantalamessa ha parlato delle tentazioni in cui può cadere un sacerdote – come i soldi e le comodità – e che possono metterne a repentaglio la vocazione.

All’interno della Chiesa, ha affermato, c’è “necessità di una purificazione” a “partire dal clero”, come dimostrano i fatti recenti che testimoniano un “tradimento della fiducia della Chiesa e di Cristo, la doppia vita, il venir meno ai doveri del proprio stato, soprattutto per quanto riguarda il celibato e la castità”.

“Sappiamo per dolorosa esperienza quanto danno può venire alla Chiesa e alle anime da questo tipo d’infedeltà. E’ la prova forse più dura che la Chiesa sta attraversando in questo momento”.

Citando in particolare la lettera ai cristiani di Laodicea, il cappuccino ha però spiegato come Cristo sia duro soprattutto con i tiepidi verso la fede: sono infatti “proprio la tiepidezza di una parte del clero, la mancanza di zelo e l’inerzia apostolica” a “indebolire la Chiesa più ancora degli scandali occasionali di alcuni sacerdoti”.

“Non si deve generalizzare, per carità: la Chiesa di oggi è ricca di sacerdoti santi che compiono silenziosamente il loro dovere”, ha sottolineato il predicatore della Casa Pontificia.

Tuttavia, è importante che i sacerdoti non dimentichino la loro chiamata a essere “modelli del gregge” e non i “padroni della fede”; poveri come lo fu il Santo Curato d’Ars; capaci di farsi scomodare dalle esigenze dell’apostolato non cedendo alla tentazione di tenere Cristo “in libertà vigilata”.

Preghiera sì, “ma che non comprometta il riposo”; obbedienza a Dio che però “non abusi della disponibilità” del prete; castità che però non imponga la rinuncia “ad avere un’idea di ciò che succede nel mondo”.

“In noi sacerdoti – ha continuato – Cristo non bussa per entrare, ma per uscire. Nel Battesimo abbiamo ricevuto lo Spirito di Cristo, ma può succedere che questo Spirito finisca per essere come imprigionato e murato dal cuore di pietra che gli si forma intorno, non ha la possibilità di espandersi e permeare di sé le facoltà, le azioni, i sentimenti della persona”.

“Quando leggiamo la frase di Cristo: 'Io sto alla porta e busso', dovremmo perciò capire che Egli non bussa dall’esterno, per entrare, ma bussa dall’interno per uscire”, ha detto il religioso cappuccino.

“Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò”. Questa esortazione di Cristo nel Vangelo, ha sottolineato Padre Cantalamessa, “era rivolta, in primo luogo, a coloro che aveva intorno a sé e oggi ai suoi sacerdoti”.

Per questo, ha concluso, “il frutto più bello di questo Anno Sacerdotale sarà un ritorno a Cristo, un rinnovamento della nostra amicizia con lui. Nel suo amore, il sacerdote troverà tutto quello di cui si è privato umanamente e 'cento volte di più', secondo la sua promessa”.


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