Commentando il blog di Luca, ho già portato l'esempio di una associazione italiana che si propone come iniziativa la conoscenza tra giovani italiani, israeliani e palestinesi. la conoscenza delle persone è infatti il solo strumento di pace, quando cadono dagli occhi i veli delle bandiere, le etichette delle nazionalità, il colore della pelle, l'orgoglio di essere in qualche modo superiori agli altri e ci si scopre solo delle persone, ci si guarda come persone. personalmente l'ho sperimentato qualche anno fa. Insegnavo a la Maddalena e nelle classi mi sono trovata ragazzi del Senegal, dell'Ucraina, della Romania, statunitensi. Tutti stupendi! I ragazzi italiani erano molto disponibili e accoglienti... devo specificare cosa intendo con il termine "accoglienti", perchè a volte gli si può attribuire una connotazione negativa, come una forzatura. Invece i ragazzi della fascia tra i 14 e i 18 erano a loro agio con i compagni, si trattavano perfettamente da pari: erano amici, complici nelle varie situazioni scolastiche. C'è speranza per risolvere i conflitti se si riesce ad insegnare ai giovani che l'altro è una persona come noi. e sperare che lo ricordino da adulti
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