---------------
Ora, piccola riflessione, il fatto di incantenarsi, o il fatto di cedere a chi offre cose che all'apparenza fanno piacere, ma in morte son rivelate per quel che sono (cioè lacci per l'eternità), non è forse una schiavitù?
Ed il fatto di rinnegare Dio, di rinnegare il proprio essere seguace di Cristo, non è di fatto parallelo alla conversione forzata all'Islam, rifiutata la quale si rischia la morte (se non si muore prima, s'intende)?
Del resto, il fascino di ciò che il mondo attuale contiene, è ciò che rapisce l'attenzione di chi si fa trovare, come da chi gira per strada, di notte, sapendo che l'invasore è nel proprio paese.
Quindi, sapendo che si è tentati, non solo giornalmente, ma ogni minuto che passa, perché ci si incantena, anche solo per due secondi - che poi possono diventare minuti, ore, finché non si forma la cattiva abitudine (dalla quale è difficile uscire) - a cose che oltre ad essere ben più temibili di una schiavitù, rendono inermi e senza forza spirituale? Chi viene messo in condizione di schiavitù può ancora opporre resistenza, magari viene torturato, maltrattato, ma gli resta la forza d'animo di rivolgersi a Dio per chiedere assistenza.
Chi invece si rende schiavo, in questo passaggio, di pellegrinaggio tra l'altro, come spera di uscirne vivo, anche con storie come "tanto poi verrà confessato; tanto è solo per stavolta; tanto non faccio del male a nessuno" ?
E soprattutto, quante bestialità si sono giustificate schiavizzando l'intera coscienza collettiva col "ognuno è libero di fare quel che vuole e vivere come gli pare, tanto non fa male a nessuno" ? Non è forse questa la schiavitù più potente e peggiore? E' pacifismo, o è menefreghismo? A me sembra più la seconda, ed è tra l'altro un menefreghismo interessato (paradosso). Finché fai ciò che a me sta bene, sei libero di vivere come ti pare. Così ragionano quelli che fanno il culto del menefreghismo interessato, libertà per tutti, anche per le porcate, purché non mi vengano a toccare l'orticello.
Non mi pare che Cristo abbia lasciato questo come insegnamento, eppure viene portato come baluardo, come timbro da apporre al proprio pensiero, per dare ad esso un valore che evidentemente, nè ha, nè ha mai avuto, nè mai avrà.
E una volta terminato questo viaggio, breve, brevissimo, in questa terra dove siamo per l'appunto di passaggio, cosa ci lascia il menefreghismo interessato, se non una amarezza che non finirà mai, catene che non si spezzeranno, anzi, a cui noi brameremo di esser legati, per poter meglio accendere il nostro odio?
Così è di chi fa prigionieri gli altri e sè stesso, fregandosene sia del futuro, che non mettendo in conto l'eternità. Sono due parole, due soltanto, "sempre" e "mai".
Riflessione conclusa, per ora. A voi.

EDIT: Nota importante, ho sbagliato l'autore. I pensieri sono di S.Alfonso Maria de' Liguori
