BENEDETTE LE TUE MANI
Le mani! Ogni essere umano le possiede. Sono gli strumenti più necessari, più rapidi. Strumenti di ogni bene e di ogni male. Ho guardato intorno a me. Ho visto mani rudi, pronte alla violenza: ne ebbi orrore. Ho visto mani oziose: ne ebbi disprezzo. Dunque è immenso, dissi fra me, il male che esse fanno. Però ho visto anche mani innocenti di bimbo e ne provai venerazione. Mani giovani congiunte nella preghiera e ne ebbi invidia. Mani di sposa e di madre su cui brillava l'anello dell'amore, della felicità e del sacrificio: ne ebbi rispetto. Mani diafane che narravano la rassegnazione di una lunga infermità e ne ebbi ammirazione. Mani nere e callose di operai e le strinsi con riconoscenza. Ma due mani mi sono apparse meravigliose. Le vidi caritatevoli, versare nelle mani del povero l'elemosina: dolci, carezzare bambini; misericordiose, posarsi sul capo dell'afflitto e risollevarlo sorridente. Le vidi benedire il popolo, le campagne, gli ammalati, consacrare un nodo d'amore, assolvere un pentito, ungere le fragili membra del moribondo. Le vidi all'Altare, sollevare sul mondo l'Ostia di pace e di perdono. Dal giorno in cui il Vescovo ungendole col Sacro Olio disse "che tutto ciò che esse benediranno sia benedetto e tutto ciò che esse consacreranno sia consacrato" quelle mani fecero questo. Allora ho capito perché in ogni paese, in tutti i paesi, ci devi essere tu, o sacerdote, e ho esclamato: Benedette le tue mani!
(Bollettino Unitalsi lombarda, maggio 1935)
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