LE BEATITUDINI, UN NUOVO PROGRAMMA DI VITA
(Angelus del 30 gennaio 2011)
La Chiesa non teme la povertà, il disprezzo, la persecuzione in una società spesso attratta dal benessere materiale e dal potere mondano, perché come scrive san Paolo, «quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono» (1 Cor 1,27-28).
Quando Gesù proclama beati i poveri in spirito, gli afflitti, i misericordiosi, quanti hanno fame della giustizia, i puri di cuore, i perseguitati, non presenta una nuova ideologia, ma un insegnamento che viene dall’alto e tocca la condizione umana ed è diretto a tutto il mondo, nel presente e nel futuro… e può essere compreso e vissuto solo nella sequela di Gesù, nel camminare con Lui.
Le Beatitudini, infatti, "sono un nuovo programma di vita, per liberarsi dai falsi valori del mondo e aprirsi ai veri beni, presenti e futuri".
Quando, infatti, Dio consola, sazia la fame di giustizia, asciuga le lacrime degli afflitti, significa che, oltre a ricompensare ciascuno in modo sensibile, apre il Regno dei Cieli. Le Beatitudini sono la trasposizione della croce e della risurrezione nell’esistenza dei discepoli. Esse rispecchiano la vita del Figlio di Dio che si lascia perseguitare, disprezzare fino alla condanna a morte, affinché agli uomini sia donata la salvezza.
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