DIO SI E’ FATTO UOMO ED E’ VENUTO IN MEZZO A NOI
(Udienza generale del 21 dicembre 2011)
L’Incarnazione è un mistero che viviamo nelle celebrazioni liturgiche, che risponde alla domanda: “come posso prendere oggi parte alla nascita avvenuta più di 2000 anni fa”. In tutte le celebrazioni natalizie si canta “Oggi è nato per noi il Salvatore”. Questo “oggi”, nella liturgia, passa il limite dello spazio e del tempo, il suo effetto perdura pur nello scorrere degli anni e dei secoli, la nascita investe e permea tutta la storia, rimane una realtà alla quale possiamo arrivare attraverso la liturgia.
Il Natale, per noi credenti, rinnova la certezza che Dio è presente anche oggi, pur essendo col Padre è vicino a noi e possiamo incontrare in un oggi che non ha tramonto quel bambino nato a Betlemme.
L’uomo di oggi fa sempre più fatica ad aprire gli occhi ed entrare nel mondo di Dio, ma quell’evento dice che Dio si è fatto uomo, è entrato nei limiti del tempo e dello spazio per rendere possibile incontrarlo. E’ un evento che interessa l’uomo e tutti gli uomini; quando diciamo che oggi è nato per noi il Salvatore intendiamo dire che Dio ci offre oggi, adesso, a me e a ognuno, la possibilità di riconoscerlo e accoglierlo come fecero i pastori a Betlemme, perché trasformi la nostra vita e la illumini con la sua presenza.
L’Incarnazione e la nascita di Gesù ci invitano già ad indirizzare lo sguardo verso la sua morte e la sua risurrezione: Natale e Pasqua sono entrambe feste della redenzione. La Pasqua la celebra come vittoria sul peccato e sulla morte: segna il momento finale, quando la gloria dell’uomo-Dio splende come la luce del giorno; il Natale la celebra come l’entrare di Dio nella storia facendosi uomo per riportare l’uomo a Dio: segna, per così dire, il momento iniziale, quando si intravede il chiarore dell’alba. Ma proprio come l’alba precede e fa già presagire la luce del giorno, così il Natale annuncia già la croce e la gloria della Risurrezione.
Anche i due periodi dell’anno, in cui sono collocate le due grandi feste, almeno in alcune aree del mondo, possono aiutare a comprendere questo aspetto. Infatti, mentre la Pasqua cade all’inizio della primavera, quando il sole vince le dense e fredde nebbie e rinnova la faccia della terra, il Natale cade proprio all’inizio dell’inverno, quando la luce e il calore del sole non riescono a risvegliare la natura, avvolta dal freddo, sotto la cui coltre, però, pulsa la vita.
Viviamo con gioia il Natale che si avvicina, un evento meraviglioso, il Figlio di Dio nasce ancora oggi. Dio è veramente vicino a ciascuno i noi e vuole portarci alla vera luce; viviamo l’attesa contemplando il cammino dell’amore immenso di Dio che ci ha innalzati a Sé attraverso l’Incarnazione, la morte e Risurrezione del Figlio.
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