Una recente ricerca fatta nell’Università di Warwick in Inghilterra, ha rilevato che le persone con grosse responsabilità sono anche grandi amanti dei gatti. Le dottoresse June McNicholas e Glyn Collis hanno esaminato diversi campioni di persone e sono giunte alla conclusione che gli ambiziosi, chi vuole fare carriera e chi in genere ricopre cariche importanti cerchino nel contatto con un animale domestico un valido aiuto per combattere lo stress. Contemporaneamente, i dottori Aline e Robert Kidd, dell’università della California, hanno analizzato la personalità di 200 possessori di gatti, dimostrando come gli amanti dei mici si facciano rapidamente strada nella vita, abbiano un forte senso di indipendenza, siano dotati di grande astuzia e riescano facilmente a nascondere i loro sentimenti.
Dalle due ricerche menzionate appare evidente una caratteristica. Quasi sempre le persone di potere vivono con un gatto. In effetti basti pensare che nel corso della storia molti capi di stato si sono circondati di mici. E primi fra tutti i presidenti americani.
I gatti sono sempre stati bene accetti alla Casa Bianca. Tutti si ricordano del famoso Socks, il micio di Bill Clinton. Ma celebre è anche Tom Kitten, il piccolo amico di John F. Kennedy. Esiste una bellissima foto, che ha fatto il giro del mondo, che ritrae Jackie Kennedy, la moglie del presidente, e la piccola figlia Caroline mentre giocano nel prato della Casa Bianca con il loro micio.
Il primo presidente americano ad ospitare gatti nella sua casa fu Abraham Lincoln. Si dice che quando la stanchezza gli impediva di lavorare, Lincoln usciva dal suo studio e andava a giocare per ore con i suoi gatti. I biografi raccontano che, prima di prendere un’importante decisione, il presidente se ne stava da solo a pensare accarezzando un micio. Durante la guerra di Secessione, Lincoln trovò nell’accampamento del generale Grant tre gattini che avevano perso la mamma. Erano sporchi e denutriti e il presidente ordinò subito che fossero portati alla Casa Bianca e accuditi nel migliore dei modi. E ogni giorno, quando era lontano da Washington, si informava sulla loro salute.
Un altro gatto “presidenziale” fu Slippers, che era il beniamino di Theodore Roosevelt, presidente degli USA dal 1901 al 1909. Slippers era un micio famoso perché partecipava sempre alle cene di gala che si tenevano alla Casa Bianca. Aveva però un vizio: amava dormire proprio in mezzo al corridoio che dalla East Room porta alla sala da pranzo e perciò tutto lo staff del presidente aveva precise istruzioni di scavalcarlo quando lo incontrava per non disturbare il suo riposo.
Come si è visto potere e gatti sembra sia un binomio molto saldo. Anche la residenza ufficiale del Primo Ministro britannico, il numero 10 di Downing Street, ha accolto molti mici, soprattutti quelli appartenuti a Winston Churchill. Il suo preferito era Jock, un gattone che aveva il permesso di dormire sul suo letto e per il quale il celebre statista lasciava sempre una sedia vuota a tavola nell’eventualità che l’animale decidesse di tenergli compagnia durante il pranzo. Prima di morire nel 1965, Churchill citò Jock nel suo testamento, proprio come fosse stato un membro della famiglia. Anche il cardinale Richelieu, che governò la Francia dal 1624 al 1642, si ricordò dei suoi numerosi gatti nel testamento. Lasciò precise disposizioni per la loro cura, ma in questo caso, non vennero rispettate. Il cardinale era stato poco amato in vita e di conseguenza i suoi gatti non ebbero per niente un buon trattamento.