E' stata portata dal Kosovo in Toscana per un matrimonio combinato che avrebbe dovuto celebrarsi al raggiungimento del suo diciottesimo anno di eta'. E invece per una ragazzina di quindici anni quel viaggio in Italia si e' trasformato in un vero e proprio incubo fatto di violenze fisiche, psicologiche e sessuali. Almeno fino a quando un blitz al campo nomadi di Coltano degli uomini della squadra mobile di Pisa ha permesso alla ragazzina di tornare finalmente libera. La vicenda risale alla scorsa estate, quando una famiglia rom ha convinto una famiglia kosovara a concedere la loro figlia in sposa al loro primogenito in cambio di denaro. Il tutto doveva avvenire al raggiungimento della maggiore eta' da parte della ragazza. E invece la famiglia Rom ha subito portato via la ragazza dal Kosovo in auto, costringendola per strada a tingersi i capelli, mettere delle lenti a contatto colorate agli occhi e vestire un abito da sposa nel bagno di un autogrill. Poi, appena arrivata al campo nomadi di Coltano, fra Pisa e Livorno, la ragazza e' stata costretta alle nozze con il primogenito della famiglia Rom. Da quel momento la ragazza e' stata sottoposta a violenze di ogni genere, sia fisiche che sessuali. Nel frattempo, pero', la famiglia di origine della ragazza ha denunciato il sequestro della figlia. E cinque persone - tre donne e due uomini nomadi di etnia Rom, da tempo residenti nella provincia di Pisa - sono stati arrestati con l'accusa di tratta di persone, riduzione in schiavitu' e violenza sessuale. Inoltre gli investigatori sono in attesa del pronunciamento del tribunale minorile sulla richiesta di arresto anche per il giovane marito della giovane.